Strettamente connessa al grande successo al cinema Arlecchino di Nosferatu di Robert Eggers, Cineteca Milano organizza una mini rassegna, intitolata “Vampirissimi”, che si articola su tre film tutti entrati di diritto tra i cult del genere. Si va dal capolavoro Nosferatu, il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau, film muto del 1922 – con accompagnamento musicale del maestro Antonio Zambrini – a Vampyr di Carl Theodor Dreyer (1932), per finire con il più “recente” Wampyr di George A. Romero (1978).
Carl Theodor Dreyer
Regista cinematografico danese (Copenaghen 1889 – 1968), Carl Theodor Dreyer è uno degli autori di maggiore rilievo della storia del cinema. Fuori da ogni prospettiva di generi, coerente nel portare fino alle ultime conseguenze la logica di situazioni estreme, Dreyer ha costituito il prototipo del regista-autore, sebbene molti suoi film siano tratti da opere preesistenti; anche per questo, forse, è stato a lungo inserito tra gli esponenti di un cinema “spirituale” o genericamente “religioso”, sulla base del tutto estrinseca dei temi trattati. Ha vinto il Leone d’oro a Venezia, nel 1955, per Ordet (1954, La parola).
Friedrich Wilhelm Murnau
Nome d’arte del regista F. W. Plumpe (n. Bielefeld 1888 – Santa Barbara, California, 1931). Friedrich Wilhelm Murnau esordì come regista cinematografico con Der Knabe in Blau (1919). Firmò con Nosferatu, eine Symphonie des Grauens (Nosferatu il vampiro, 1922) il suo primo capolavoro; il film, per il suo straordinario fascino figurativo e per il cupo pessimismo che lo pervade, è una delle opere più rappresentative dell’espressionismo tedesco. Ad esso seguirono L’ultima risata (1924), Tartüff (1926); Faust (1926). Trasferitosi negli USA (1926), dopo il notevole Sunrise (1927) subì pesanti condizionamenti artistici per Four devils (1929) e City girl (o Our daily bread, 1930). Nel successivo Tabu (1931), Murnau affronta uno dei temi prediletti: il conflitto fra pulsioni e condizionamenti sociali.
George A. Romero
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense (New York 1940 – Toronto 2017), George A. Romero ha esordito dietro la macchina da presa con Night of the living dead (1968), uno dei più importanti film horror contemporanei. Ha confermato il suo talento con Season of the witch (1972), La città verrà distrutta all’alba (1973), Wampyr (1978), Zombi (1979), Il giorno degli zombi (1985), Land of the dead (2005), Diary of the dead (2007), Survival of the dead (2009), Deadtime stories (2009), Deadtime stories 2 (2010), Another night of the living dead (2011). Tra i maggiori registi horror del cinema statunitense dagli anni Settanta, Romero si è distinto non solo per la capacità di creare tensione, ma anche per l’efficacia con cui rappresenta le pulsioni erotiche e la passionalità dei personaggi. (treccani.it)