Tre classici “da cineteca” del cinema muto saranno in programma all’Arlecchino di Cineteca Milano venerdì 9, mercoledì 14 e domenica 18 maggio. Si tratta di tre capolavori del grande regista tedesco Robert Wiene, che saranno proposti in edizione restaurata: Il gabinetto del dottor Caligari (1920), Genuine (1920) e Raskolnikov (1923). Per l’occasione Il gabinetto del dottor Caligari vedrà l’accompagnamento musicale di Gino Lucente mentre Genuine quello di Francesca Badalini; Raskolnikov, invece, sarà proiettato in versione sonorizzata.
Robert Wiene
Robert Wiene è stato un regista cinematografico e sceneggiatore tedesco, di famiglia ebrea, nato a Breslavia nel 1873 e morto a Parigi il 16 luglio 1938. Il suo nome resta legato a Il gabinetto del dottor Caligari (1920), un classico dell’Espressionismo, che lo rese celebre. Il film fu un grande successo, nazionale e internazionale, cui contribuirono gli scenografi Hermann Warm, Walter Reimann e Walter Röhrig e che, in un certo senso e paradossalmente, condizionò la carriera di Wiene. Dopo Il gabinetto del dottor Caligari, Wiene conservò uno stile vicino all’Espressionismo, nelle produzioni immediatamente successive, Genuine (1920), Raskolnikow (1923; Delitto e castigo), dal romanzo di Dostoevskij, I.N.R.I. (1923), girato con ingenti mezzi e l’impiego di grandi star, e Der Puppenmacher von Kiang-Ning (1923). Tornato a Vienna riconquistò la critica con il thriller psicologico Orlacs Hände (1924). Sempre a Vienna girò Der Rosenkavalier (1926), adattamento dell’opera di Richard Strauss che suscitò grande interesse anche per il contributo del compositore e librettista H. von Hoffmanstahl. Di nuovo a Berlino dal 1926, Wiene proseguì in questo indirizzo più commerciale, anche se non abbandonò del tutto temi e motivi propri dell’Espressionismo, come dimostra in particolare il suo primo film sonoro, Der Andere (1930), remake dell’omonimo film del 1913 di Max Mack inquietante vicenda basata sul motivo del ‘doppio’. Nel 1934, quando i nazisti avevano già conquistato il potere, Wiene dovette lasciare la Germania; dopo aver soggiornato a Budapest e a Londra, si stabilì a Parigi, dove non riuscì a portare a termine la sua ultima regia, Ultimatum (1938), affidata poi a Rober Siodmak.
Espressionismo
Il movimento artistico dell’Espressionismo nasce a Monaco intorno al 1910, come critica al ruolo passivo dell’artista. Al cinema approderà nel 1920 grazie al lavoro di Robert Wiene.
I film espressionisti sono dominati dal tema della possessione, dello sdoppiamento della personalità e della volontà e dal tema della malattia (fisica o mentale), del disagio e del malessere. I personaggi si trovano a confrontarsi e lottare con l’altro da sé, sono spinti o costretti a sdoppiare la propria identità.
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