Regia: David Lynch
Sceneggiatura: David Lynch, Christopher De Vore, Eric Bergren
Fotografia: Freddie Francis
Montaggio: Anne V. Coates
Musiche: John Morris
Cast: Anthony Hopkins, John Hurt, Anne Bancroft, John Gielgud
Londra, seconda metà dell’800: le sofferenze e le umiliazioni di un uomo dal cranio deforme, sfruttato come fenomeno da baraccone, al quale un medico illuminato vuole restituire la dignità.
“Non so cosa sarebbe successo se avessi proseguito con film come Eraserhead. Forse non avrei
potuto continuare a fare cinema”.
Effettivamente ce lo si chiede. Ma il destino ha dato una risposta a questo quesito e, comunque, non
sembra che Lynch avesse intenzione di rivivere quell’avventura: si preparava a continuare a fare
film in condizioni meno ‘estreme’, in altre parole, a diventare un regista. E ci riesce, senza dover aspettare dieci anni, grazie a un angelo custode chiamato Stuart Cornfeld, un produttore esecutivo. Cornfeld aveva visto il film a Los Angeles e se ne era innamorato. Così telefonò a Lynch per dirgli che trovava il film straordinario. Questa conversazione segnava l’inizio di un’amicizia e Cornfeld cominciò ad aiutare Lynch a fare altri film. […] Il produttore Jonathan Sanger acquista i diritti della sceneggiatura di Elephant Man, scritta da Chris De Vore e Eric Bregren, la sottopone a Stuart Cornfeld che propone Lynch come regista. Il personaggio sorprende Sanger, già affascinato dalla maturità cinematografica di Eraserhead. Chiede di vedere The Grandmother e capisce che non si tratta di un episodio isolato. All’epoca si parlava molto di Elephant Man, la pièce teatrale di Bernard Pomerance interpretata da David Bowie e ispirata a una storia vera: la vita di John Merrick, l’uomo-elefante, un mostro che viene sfruttato prima di finire in un ospedale. […] Dopo molti rifiuti, il copione trova la sua strada grazie a Mel Brooks. Cornfeld era produttore associato di La pazza storia del mondo, il più costoso della serie di parodie in cui era specializzato Mel Brooks.
(Michel Chion, David Lynch, Lindau, Torino 2000)
di proiezione
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